Thursday, October 29, 2009

un nodo alla gola










Un nodo alla gola mi lega alla povertà.

Strozzato da un’indigestione

di dolore

singhiozzo miseria

notte e giorno.

Lego il mio impegno

sulla retina di sconosciuti

e aspetto l’alba

ai margini di una redenzione

collettiva

di cui respiro l’imminenza

da questo palco

sull’infinito.

g

[scritta il 17.10 di notte, a piazzale del verano, durante LA NOTTE DEI SENZA DIMORA e pubblicata sul sito dello STAND UP]

Wednesday, October 28, 2009

Sgombero dell'accampamento dei profughi afghani. Stazione Ostiense(24-10-09) ROMA

Il 23 Ottobre 2009 le forze di sicurezza hanno avviato lo sgombero degli ''alloggi'' dei profughi afghani presso la stazione Ostiense (Roma). Entro dieci giorni verrà ultimato lo sgombero, senza provvedere a forme di accoglienza adeguate e alternative.
Proviamo a reagire, è importante, per tutti.


Il posto è facilmente raggiungibile da Piazzale dei Partigiani.
Qui la vista dall'alto: la cava che si vede è il luogo in cui dormono queste persone: http://maps.google.it/maps?ll=41.869345,12.493799&z=16&t=h&hl=it

http://www.youtube.com/watch?v=8d69h60vgo8

Monday, October 26, 2009

Caro Moccia ti scrivo!

[Caro Federico,
come stai? Scusa se non ti scrivo una mail personale come faccio di solito, ma credo apprezzerai il mio gesto pubblico di SCUSE! Non so come sia potuto accadere che il Corriere Umbro abbia fatto un così grande errore. Come puoi vedere dall'immagine, venerdì sono usciti due articoli: uno che parlava di me e uno che parlava di te. Ma, credimi non so spiegarmelo, il mio è grande e grosso e centrale, il tuo è piccolo e ai margini. Ci sono pure le foto. E' vero tu hai il tuo bel faccione ben visibile, ma a me, e qui ribadisco le mie scuse, hanno messo foto mia e copertina!
No, Fede, adesso non cominciare con la tua Buonitudine adolescenziale. Incazzati, almeno la metà di quanto mi sono incazzato io.
Non è giusto che ci abbiano messo sullo stesso piano. A me bello grosso e a te piccolo. Qui ci scappa un ODIO 15 secondo me.
Forse sarà sfuggito loro il grande scrittore che sei?! Può essere che i giornali siano impazziti a tal punto da considerare più importante il mio libello per 18:30edizioni e non la tua grande carriera da parapedagogista scolastico?
Guarda, mi fa proprio incazzare sta cosa!
Come vogliamo muoverci?
Facciamo una manifestazione a Barcellona [in Sicilia, così ci scappa anche un raccontino divertente con una gag sul gioco di parole] per un'INFORMAZIONE PIU' ATTENTA?
Tanto per ora non si parla di Afganistan quindi non dovremmo aver problemi a farla.
Lo so che dovrei essere felice di questo articolo e un po' il mio ego esulta, ma appena vedo il tuo faccione lì a destra con quel sorriso un po' triste, melanconico... mi girano come non mai a tre metri sopra LA minchiosfera.
Ma che, non lo sanno che adeso fai il concorso con la Perugina [che poi è della Nestlè e noi due, caro Fede, ci siamo capiti ;) ]???
Non lo sanno che selezione le frasi d'amore più belle del popolo di Maria De Filippi?
Non le sanno ste cose i giornalisti?
Io mi chiedo, e qui chiudo che mi tremano le mani per il nervosismo:
MA CHE CAZZO LEGGONO QUESTI?!]

Thursday, October 22, 2009

Subliminal Perugia

In occasione della manifestazione culturale "Ottobre piovono libri"

“Incontra l’autore. 7 giovani autori e autrici incontrano i lettori”

a Perugia

Girolamo Grammatico

ore 18.00

Biblioteca Giuseppe Toniolo

Istituto Giancarlo Conestabile della Staffa e Luigi Piastrelli

p. Mariotti 1 Perugia 06123 biblioteca@conestabile.org, www.conestabile.org

Per "Ottobre piovono libri", campagna di promozione della lettura arrivata alla quarta edizione, verrà a Perugia Girolamo Grammatico per presentare al pubblico il suo ultimo libro "Subliminal Idol" (8 e mezzo Editore).

In un piccolo paese del Sud Italia quattro ragazzi cercano il metodo per "fare soldi". Escogitano un piano bizzarro coinvolgendo un uomo ingenuo, semplice e ignorante, che vive in una struttura diroccata (senza acqua, luce e gas) che un tempo era un casello ferroviario. Lo convincono che deve portare tutte le mattine un fiore alla Madonna dell'Equilibrio e lo preparano: "Se qualcuno ti chiede perché lo fai, tu gli dici che te lo ha detto la signora che ti viene a trovare tutte le sere (...). Se qualcuno ti fa altre domande tu dici solo e sempre le stesse cose: che è giovane, bellissima, che sorride, parla piano e in italiano e che ha un rosario in mano". Coinvolgente il susseguirsi degli eventi. Fanno riflettere le insinuazioni della gente e le reazioni degli uomini di Chiesa. In poche pagine Subliminal Idol lascia messaggi forti, insegnamenti e spunti di riflessione.

Girolamo Grammatico, di origini siciliane, nato nel 1978, è operatore sociale a Roma. Si occupa delle persone senza fissa dimora e trascorre la maggior parte del suo tempo alla stazione Termini dove ha sede la redazione del giornale di strada per cui collabora: Shaker! Scrive quotidianamente anche sul suo spazio: http://percezionesociopatica.blogspot.com/. E’ autore di “Poesie senza Adsl” (Perrone editore) ed a breve darà alla luce "Poesie senza Adsl 2"

PER INFORMAZIONI E COMUNICAZIONI: FLORIANA LENTI 3384770151, GABRIELE DE VERIS 3486947764


Maggiori info: QUI!

Tuesday, October 20, 2009

Maratona Letteraria Scrittori precari Girolamo Grammatico

[non so se dopo essermi visto blaterare in siciliano con la lingua moscia avrò ancora il coraggio di presentarmi davanti un pubblico con i miei scritti. se risparmio un po' di soldi pago qualcuno per leggere, che mi sa ci faccio più figura. detto ciò ringrazio gli scrittori precari:

GRAZIE RAGAZZI!]

Notte dei senza dimora: Video Roma e Milano

[Questi non sono fotografio meglio: non sono solo fotografi, questa è brava gente!

Parcheggi abusivi

Dopo esserci sentiti pecore abusando di aperitivi, ecco pronto anche un recinto per contenerci negli anni dell'università.


Presso una università di Torino c'è un parcheggio a pagamento, dove professori e qualche studente lasciano la loro auto per l'orario delle lezioni. Mi chiedevo se i responsabili del parcheggio facciano dei voucher anche per gli studenti che negli anni si parcheggiano all'università.


Proiettati fuori dal liceo l'università appare come un ambiente flessibile, nuovo, zeppo di baldi giovani, dove i professori non ti conoscono e parlano a una folla indistinta. E poi l'aula magna, grande, contenitiva dove per la prima e unica volta ho avuto questa immensa visione, trecento persone rivolte allo schermo che guardano la corazzata potmenik.

Ragazzi e ragazze sbarcate in una nuova città, in una regione che parla un'inflessione diversa, alla ricerca di camere, letti, stanze condivise con sconosciuti o con l'amichetta del cuore che ti ha seguito, tutti alla ricerca di occasioni, conoscenze, orientamento e toponomastica della notte.

La settimana universitaria iniziava scoppiettante, il lunedì brulicava di studenti che sbandavano tra aule, orari e professori invisibili, cessi introvabili ma buoni per limonare con vecchie e nuove fiamme, libri di terza mano. Il martedì era ancora forte l'impegno di seguire i corsi, magari si era dato appuntamento con nuovi compagni di seggiola, e mano mano si scoprivano i luoghi di incontro della pausa pranzo. Fatidici questi, perché spesso una volta entrati in piole di perdizione si rimaneva arrancanti al tavolaccio di legno, gonfi di panini e birre che oscuravano le menti più lucide e promettenti. Non aiutava certo il ritorno in salita, avremmo avuto bisogno di una magica funivia che ci portasse sani e sereni a lezione, ogni tanto fantasticavo, l'università avrebbe dovuto fornire anche gli studenti di apposite brandine, come all'asilo, una stanza, magari un aula magna in disuso, piena di brandine residue militari dove pennicare dopo eccessivi pranzi ammorbanti.

Il mercoledì c'era aria di week end, il pienone prima dell'abbandono, alcuni appositamente avevano programmato i corsi nei primi tre giorni della settimana per poter lavorare il week end, altri sentivano il bisogno di riposare per affrontare il fine settimana, chi sbandierava case in montagna, chi semplicemente si univa alla massa e viveva il mercoledì da leoni.

Il giovedì e il venerdì frequentavano le lezioni quelli che avresti incontrato alla sessione di laurea, quelli che avrebbero raggiunto un mestiere simile al tuo e probabilmente rincontrerai sui luoghi di lavoro.

Dei tanti studenti che si perdono alcuni sono probabilmente stati sconvolti dalla vita da fuorisede, raggiungendo una libertà mentale che il loro paesino di provincia opprimeva, si trovavano liberi di esprimere e frequentare, il cane e due piercing e via on the road, richiamati dalla loro famiglia di origine tanti hanno fatto perdere le tracce di sé durante un interail.

Altri si sono persi durante il progetto Erasmus, lasciando alle spalle fidanzati appiccicosi e petulanti, famiglie apprensive, andando incontro al mondo estero, spesso arricchito di calimocho e bottiglioni, divise fricchettone, viaggi assortiti per l'Europa e amori esotici.

Monday, October 19, 2009

Stand Up: ora è il momento di contare

[onorato di averne fatto parte con orgoglio diffondo!]

Centinaia di migliaia di persone si sono alzate in piedi contro la povertà e i cambiamenti climatici nelle tre giornate STAND UP 2009. Centinaia di eventi in tutta Italia. Mercoledi alle 12 il numero ufficiale con il quale ricorderemo al governo le promesse ancora non mantenute per la lotta alla povertà e al degrado ambientale.

Notte dei senza dimora a Roma

Le tre giornate "stand up! take action!2009" sono state entusiasmanti.

Abbiamo notizia di moltissime iniziative in tutta Italia. Le foto e i video che ci stanno arrivando in questo momento ci raccontano di momenti di confronto, riflessione, progettazione, di gioia, di festa, di impegno, di condivisione, svolti in ogni parte di Italia per ricordare, in contemporanea con il resto del mondo, al governo italiano di:

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Stonefacebook - Daniel Agami

«…Sto male

Parlate

subito dopo il segnale»

[Stefano Benni]

Ti ho svegliato?” “No, dormivo”

Io sto bene, tu stai meglio, lui è a posto (al posto giusto).

Io ti voglio bene, tu mi vuoi bene, lui è felice, e lei si chiama Beatrice.Come stai? Cosa fai?, Come mai?Lavoro; e poi

Amo, ma a modo mio,

Dammi l’ano,odio Dio.

Ci sentiamo,ci vediamo,fatti viva, fammi diva, fatti vivo, sono schivo.

Io ci sono, tu suoni, lui è sempre più a posto, loro si fumano il mosto.

Io sono diverso, per te è uguale, lei studia Letterature Fossili.

La laurea in giurisprudenza, un giro in diligenza, non è turismo, è viaggio, hai perso un figlio?:su, coraggio.

Mi porto via solo il sacco a pelo ed un foulard, non ho contanti, ho solo mastercard.

Le mie passioni sono la letteratura, il cinema, la musica e la poesia, le mie invece sono la televisione fino a tarda notte, le bambine molto nude, e la farmacia.

Ho lasciato una stronza, e poi sono andato a Ponza.

Ho lasciato una stronza, e poi mi sono fatto una sbronza.

Io vado in bici, tu mi piaci, noi siamo felici.

Sono troppo ubriaco per bestemmiare, vado al mare ma odio il sole, ce ne sono talmente tanti, da riempirti le gole, vado in montagna col costume da bagno, non muoverti, hai un ragno…

Non ci siamo mai visti, non ci rivedremo mai più, però ci possiamo dare del tu…

Per me fare sesso è come parlare, a quel tempo, la sera, dopo lo spettacolo, portarsele a letto era cosa normale.

E allora ci sono andato, ma andato dove? E allora lo avete fatto, ma fatto cosa? E ci hanno dato, ma dato come?Siamo finiti a letto, io invece, che sono finito, ho letto…Beh diciamo che ci frequentiamo..diciamo/cifre/ti amo…

“Ti ho svegliato?”,“No, morivo”

: )---: STONEFACEBOOK

Non chiedetemi più come sto: morirò.

Tutto un respiro, a camminare sopra i soffitti, dietro le pareti, a piangere dentro i soffritti, a soffocarmi negli alfabeti…

A quel tempo, le feste erano nefaste, ricordo di catering in piscina, io quello che affogava, tra le pisce ed i pesci, quello che annegava giù in cantina.

Le altre case a temperature d’ambiente, latitudini stupite a collazionare cannoli, sono cresciuti a vaschette di gelato; per me invece cartoline di niente, solitudini sopite a collezionare ghiaccioli, il primo giorno di scuola da malato…

Ho avuto la broncopolmonite, il professore mi guarda e poi dice che di broncopolmonite si muore: la classe ride. Lo stesso professore faceva ridere tutti con alcune barzellette sull’aborto: ora è morto.

E si può anche scrivere opere liriche e cantandole urlare, e fuori, non avere nemmeno il coraggio di fiatare.

Ora ascoltano tutti dischi-capolavoro, di bravi cantanti alcolizzati: hanno i freezer pieni di surgelati.

Tutta un’esistenza nascosta nella credenza, e mentre loro giocavano ad ingoiare cimici e feci, io sprecavo compleanni con i lirici greci..

Poi Lei: insonnie febbrili, speranze primaverili. Poi il momento tipico, ma per me era topico: ti amo! E lei: proviamo…

Ti ho svegliata una mattina, eri piena di eroina. Il giorno dopo sarebbe stato il tuo compleanno, e io ti avevo comprato il tandem: ho cercato invano una rottamazione, mi è rimasto Cicerone: Usque tandem…

Le altre (due) sono andate via con i miei capelli: chiamano il gatto Stracciatella, e hanno gli occhi sempre più belli.

Faccio le coca-cole e le birre in una pizzeria: apro un rubinetto, e così sia. Estate rosmarino. Inverno peperoni. Primavera piangere. Autunno svanire.

Non si può capire, in tempi di cellulari sempre accesi, si rimarrebbe offesi. Virgolette. Il suo nome. Il suo cognome. Virgolette. Un silenzio onomastico, una ricerca di frenesia, e ricostruisco tutto. Giorno dopo settimana dopo mese anno. Ricostruire un’esistenza, dagli annunci immobiliari; dalle fotografie tangenziali; dai diari sperimentali dai lettori eccezionali, come me. Tempo libero, un’aranciata, ed una filologia della ex fidanzata, disperata. Una nuova foto, una nuova citazione: ricostruire fidanzati, matrimoni, lavori, esistenze. I dolori diventano delizie, le attenzioni perizie.

Poi un colpo di tosse. Un altro. E non piango neanche un po’: scopro di avere un cancro sul comò. Lascio perdere la cura della calvizie, non ci saranno più primizie.

Mi avevano affogato nella solitudine, senza nostalgia: ma ora c’è la tecnologia.

E io, che sento la morte sui denti e non ho fretta, preparo il finale, dolce come la vendetta.

Il primo mi ha scritto “ ci siamo persi di vista…”, ma non ci siamo visti, e non ci vedevamo mai.

Vi accetto tutti (farabutti). La frase del giorno, cosa sto facendo oggi? Sto masturbando bambini. Mi rispose il silenzio. Mi muovo in case d’altri con la delicatezza di un ladro: accendo le luci nelle gallerie fotografiche, ascolto voci, i miei occhi sono nei loro specchi, il mio mento nei loro commenti.

Mi licenzio, e passo il resto del tempo negli altri, devo fare presto, e sono ampi come un tempio. Non posso più accettare di accettare, ora devo muovermi, devo invitare.

Le frasi di circostanza, una scusa per non farne senza.

Ritrovo tutti, e tutti mi inondavano di indifferenza: ora mi sorridono e mi offrono tutta la loro vita, che coerenza… Bulimie di scritte e immagini, audio, video e altre propaggini.

Otto mesi di raduni, ora siete tutti qui: neanche uno mi abbia chiesto di vedersi, tutti clic.

Il cancro si è preso tutto il letto matrimoniale (che non ho mai usato), ma c’è ancora lo spazio per la stanza. E io non ho voglia di ambulanza. Ora siete tutti qui: non mi scrivete, ma ci siete: epifania. Deissi, apocalissi.

Ho passato tutta la vita da solo: morirò in compagnia.

lascio acceso il computer (l’account, la mail) e mi spengo.

Apro la finestra, e sono luce.


(Ero

Solo:

e ora

volo.)

Daniel Agami

[Daniel non è solo un amico, è una persona speciale. Se si riesce entrare in risonanza con il suo mondo interiore, tra i tumulti del suo spirito ci sono perle di saggezza incredibile]

Sunday, October 18, 2009

LA NOTTE DEI SENZA DIMORA - l'alba

[la pioggia, leggera, ma dispettosa ha svegliato 28 sacchi a pelo distesi sotto uno dei lampioni di piazzale del verano (Roma). erano quasi le 7 del mattino. la nostra esperienza di strada volgeva a termine. alemno per noi. noi che una casa ce l'abbiamo.
la prima domanda che si potrebbe fare a questi 28 sacchi a pelo potrebbe essere: E ORA?
e ora l'appuntamento è il 2 dicembre (vi dirò di più nei prossimi giorni), per passare dal pensiero all'azione, per abbattere quel muro sottile, ma spavantoso, che divide i buoni propositi dalle loro realizzazioni.
ci siamo stancati di demandare ai politici o chissà chi il cambiamento che tanto vogliamo!
ce lo prendiamo da noi.]
colonna sonora: get up stand up

Friday, October 16, 2009

LA NOTTE DEI SENZA DIMORA


domani, finalmente... si dorme [io ne ho proprio bisogno]!!!
colonna sonora: qui

l'altro e i senza dimora


[sono stati giorni duri, faticosi. per uno orgoglioso come me è difficile riprendersi dopo aver sbagliato aeroporto alle 6 di mattina e dover spendere gli ultimi spiccioli per recuperare il danno. davvero. mi sentivo depresso. poi il giorno dopo mi chiama una signora. neanche mi fa aprire bocca. mi dice che è stata sfrattata, mi dice che è depressa. mi dice che fa le pulizie. che vogiono metterla in un centro notturno. in una camerata. mi dice che ha paura. tanta paura. io non parlo. ho capito. ho capito tutto. ascolto. lei va avanti per una quarto d'ora. la voce è impastata. trema un po'. non va velocissima, ma procede in modo inesorabile. ha paura davvero. lo sento. me la trasmette, attraverso il telefono. guardo le tacche dell'empatia e la ricezione è al massimo: ho paura pure io.
come ha avuto il mio numero, signora?
l'ho trovato in internet, lei aiuta i poveri, vero?
avrei pianto, se fossi stato più sensibile, meno avvelenato dall'essere un adulto stressato.
le spiego che vivo a roma, che mi occupo di senza dimora, ma solo di una piccola parte di essi.
mi chiede scusa, è mortificata, non lo sapeva. vuole riattacare.
sorrido. mi chiede scusa.
dovrei essere io a chiederle scusa. io che non so aiutarla. io che sembra aiuti i poveri.
le chiedo di darmi un'ora.
l'avrei rchiamata e qualcosa avremmo fatto.
non vi racconto il resto. non serve. tirate voi le somme.
vi dico solamente che doman è la notte dei senza dimora. vi dico che può sembrare inutile dormire in piazza per una notte. ma non è così.
che male c'è a chiedervi di ascoltarci.
che male facciamo a chiedervi di dormire sulla strada [ma dormire davvero, mica bivaccare] una notte in segno di condivisione.
che male c'è a ritrovarci tutti insieme e a guradare i politici farsi belli e fare nulla.
che male c'è a scardinare i luoghi comuni.
è vero. noi non aiuteremo nessuno quella notte. non ci piove, ma sono anni che ci dormo e una cosa è sicura: i frutti dell sensibilizazione germogliano con lentezza, ma una volta maturi...
sono i migliori.
Oggi alle 14 ci saraà un approfondimento a Teleroma56, in replica poi la sera.
Se vi andasse di ascoltarlo e diffonderlo, ne saremmo felici.
Ci si vede domani?
Lo spero!]

Monday, October 12, 2009

Fai un nodo contro la povertà - stand up italia

[Video realizzato dalla GCAP per lo STAND UP ... c'è anche il sottoscritto! hi hi hi]

Poesie senza adsl su SCRITTORI PRECARI

Poesie senza ADSL ha ricevuto un omaggio frizzante e sincero da scrittoriprecari!!!

grazie ragazzi, onorati!

Thursday, October 08, 2009

oggi mi sento così

Sposto l'umore di continuo
nel mio appartamentointeriore .

Ho messo un muro da qualche parte, ma non lo trovo più.
E ora non so come abbatterlo.

Mentre mi arredo di silenzio e mare
scucio
da abiti vecchi
il logo della rabbia,
ma sotto, il tessuto,
è peggiore di quanto mi aspettassi.

Allargo le braccia
e mi nascondo dietro la mia ombra
che nera crocifissa meglio s'addice
a rappresentare il mio stato emozionale.

Wednesday, October 07, 2009

oggi mi sento così

Ho accartocciato i miei sogni
quando ancora erano freschi

mischiando i colori
in un pasticcio da incubo.

Riprendere e stirare
il foglio
non ridona
forza alcuna
al futuro.

Nuovi dolori
emergono dalle pieghe della carta
che odiose e inopportune
simulano le mie rughe

in un gioco di specchi
ed argini aridi.

Forse una bottiglia di vino
ancora
mi condurrà fino all'alba

molto meglio delle mie
insulse
scelte.

qualcuno si sente così - f. lenti

mi accendo
sperando di apparire
in una fetta di realtà,
ma per presenza divento invisibile
nel caos che trovo
e che non respinge,
risucchia.

risucchio.

potessi
mi terrei la mia vita
in nome di tutto,
anziché darla per niente.
Poi però mi accendo
in un bicchiere negato,
che annebbia
ciò che definito
mi scivola.

scivolo.

verso l'alto.
mi porto l'ovvietà
di un presente troppo certo
dentro la mia pienezza
e lì guardo senza paura
non di vivere,
ma di tornare a morire,
abituata dalla normalità.


[mentre io mi sentivo così, qualcuno, contagiato, ha risposto sedendosi sull'altro lato dello spettro]
il disegno è di violetta valery

Tuesday, October 06, 2009

belamente trentenni

Quando raccoglievo olive in campagna mi è stato spiegato che le pecore rappresentano il popolo, tutte assieme a testa bassa, le mucche sono socialiste e le capre hanno il piglio anarchico.
Col mio bolide fiammante, una liberati col cestino e le marce, che a presto trasformerò in liberata, raggiungo amici per il consolidato aperitivo delle sette e mezza. Aperitivo che a Roma si trasforma in una birra e qualche nocciolina, a volte la porchetta, e che a Torino prende le sembianza di un' apericena condita di dolcetto e brasato.
Le persone che si dedicano a quest'attività di vecchi rimandi milanesi in genere vivono da sole, o in casa condivisa, trentenni che usciti dal lavoro non hanno chi li aspetta con una bella pasta incasciata al caldo, usciti dal lavoro defatighiamo la nostra giornata con amici, ci confrontiamo, aspettiamo altri incontri, ci perdiamo fino a tardi.
Quelli che effettivamente timbrano il cartellino sono sempre di meno, si lavora da casa, a volte, si rincorrono progetti e progettualità, navighiamo nel mondo artistico e creativo in questo paese poco adatto ad ascoltare. Alterniamo momenti di grande energia, di impegno, ad altri di amara stanchezza. Lasciamo alle spalle il tono grigio del nostro ufficio.
E così, alla mia seconda birra, già poco lucida, alzo lo sguardo e osservo. Vedo tante pecore, che brucano aperitivi, che si scambiano grandi idee o aneddoti leggeri, infognati di contatti e di gente.
Sicuramente avere una vita precaria non aiuta, trovarsi a trentanni senza una regolarità data dagli orari lavorativi, mette a dura prova la forza di volontà, incide sulle relazioni di coppia. Calvin, il fumetto del bambino di sei anni, dice a Hobbes, suo fido orsacchiotto, che in estate non riesce mai a fare tutto il nulla che si era prefissato. Quando non si ha molto da fare si allungano anche i tempi, e fare una commissione al giorno è il massimo in questo perdersi, naufragar m'è dolce in questo mare.
Per alcuni il barlume della carriera si allontana, la precarietà non permette la crescita lavorativa, lavorare per sei, nove mesi non permette di comprendere a fondo le dinamiche del lavoro, a ogni nuovo contratto si ricomincia da capo.
La carriera no, allora si potrebbe pensare alla famiglia... la tua, non quella di tua madre!!
L'amore che nasce a trentanni soffre di stimoli continui, di troppe tentazioni che ci lasciano poco convinti della persona che ci sta al fianco, storditi e distratti vediamo spesso mele più succulente della nostra, giardini con l'erba migliore.
Comprendo solo ora quelle coppie che spariscono dai gironi infernali dell'aperitivo prolungato, capisco solo ora quanto sia importante tenersi stretti e saldi l'uno all'altro, confrontarsi sulla propria condizione, per costruire, per pensare assieme, per strutturare un nucleo di lotta in risposta a quelli che tentano di tenerci a bada con i comfort e le distrazioni.

Saturday, October 03, 2009

LA NOTTE DEI SENZA DIMORA - spot

[Quest'anno ci siamo impegnati tanto, municipio permettendo! Infatti grazie ad ARTIGIANI DIGITALI abbiamo pure il nostro primo spot!!!

Fatelo girare, è importante, ma ancora più importante è venire il 17 in piazza con noi a dormire per strada.

Vi ricordo che dobbiamo ancora trovare il titolo alla mostra, forza: votate in alto a destra.]

Nel video che segue Maksim Cristan [che scrive su INTERNAZIONALE] parla de LA NOTTE DEI SENZA DIMORA [e cita pure me, hi hi hi]!


Friday, October 02, 2009

oggi mi sento così


Mi spengo
sperando di sparire
da una fetta di realtà,
ma per assenza divento evidente
nel buco che lascio
e che non risucchia,
respinge.

Respingo.

Potessi
la darei la mia vita
in nome di tutto,
anzichè tenerla per niente.
Poi però mi spengo
in un bicchiere di troppo,
che non annebbia
ciò che patinato
mi assilla.

Assillo.

Verso il basso.
Mi porto l'intimità
di ricordi poco sicuri
dentro il mio buco
e lì non guardo per paura
non di morire,
ma di tornare a vivere,
disabituato dalla follia.

Thursday, October 01, 2009

senza dimora




[spesso, in tv, nei convegni, durante le chiacchiere con gli addetti ai lavori ricorre sempre un termine quando parliamo di senza dimora: gli invisibili! Ora, io mi chiedo, ma com'è possibile che uno a cui manca un braccio e mette il moncherino davanti l'uscita della metro, che una che parla sola vicino alla facciazza di mussolini, che uno che puzza ed è logoro, che uno che dorme steso sul marciapiede su cui passeggiano tutti sia invisibile? ma se pure un cieco sentirebbe il fetore o e voci deliranti. ma invisibili a chi? allo stato, a chi c'ha i soldi! per questi sono invisibili, perchè non ci paseggiano dove passeggio io, perchè non vanno a vedere i quartieri che vedo io, perchè tutti quelli che conosco [e non sono nè ricchi nè amministratori] li vedono, eccome!

Dopo questo sproloquio vi invito a votare il sondaggio in alto alla vostra destra! Il 17 ottobre allestiremo una mostra su questi esseri umani col potere dell'invisibilità, per citare il Morici. Qualcuno potrebbe accusarci di renderli oggetto, di rinnegare il fatto che siano soggetti e in quanto tali trattati. Ed è vero! Questo è un errore in cui s'incorre e rifletterò sulle alternative, ma adesso, con tutte le buone intenzioni del mondo vi chiedo:

MA DAVVERO VI SEMBRANO INVISIBILI?]