Quando raccoglievo olive in campagna mi è stato spiegato che le pecore rappresentano il popolo, tutte assieme a testa bassa, le mucche sono socialiste e le capre hanno il piglio anarchico.
Col mio bolide fiammante, una liberati col cestino e le marce, che a presto trasformerò in liberata, raggiungo amici per il consolidato aperitivo delle sette e mezza. Aperitivo che a Roma si trasforma in una birra e qualche nocciolina, a volte la porchetta, e che a Torino prende le sembianza di un' apericena condita di dolcetto e brasato.
Le persone che si dedicano a quest'attività di vecchi rimandi milanesi in genere vivono da sole, o in casa condivisa, trentenni che usciti dal lavoro non hanno chi li aspetta con una bella pasta incasciata al caldo, usciti dal lavoro defatighiamo la nostra giornata con amici, ci confrontiamo, aspettiamo altri incontri, ci perdiamo fino a tardi.
Quelli che effettivamente timbrano il cartellino sono sempre di meno, si lavora da casa, a volte, si rincorrono progetti e progettualità, navighiamo nel mondo artistico e creativo in questo paese poco adatto ad ascoltare. Alterniamo momenti di grande energia, di impegno, ad altri di amara stanchezza. Lasciamo alle spalle il tono grigio del nostro ufficio.
E così, alla mia seconda birra, già poco lucida, alzo lo sguardo e osservo. Vedo tante pecore, che brucano aperitivi, che si scambiano grandi idee o aneddoti leggeri, infognati di contatti e di gente.
Sicuramente avere una vita precaria non aiuta, trovarsi a trentanni senza una regolarità data dagli orari lavorativi, mette a dura prova la forza di volontà, incide sulle relazioni di coppia. Calvin, il fumetto del bambino di sei anni, dice a Hobbes, suo fido orsacchiotto, che in estate non riesce mai a fare tutto il nulla che si era prefissato. Quando non si ha molto da fare si allungano anche i tempi, e fare una commissione al giorno è il massimo in questo perdersi, naufragar m'è dolce in questo mare.
Per alcuni il barlume della carriera si allontana, la precarietà non permette la crescita lavorativa, lavorare per sei, nove mesi non permette di comprendere a fondo le dinamiche del lavoro, a ogni nuovo contratto si ricomincia da capo.
La carriera no, allora si potrebbe pensare alla famiglia... la tua, non quella di tua madre!!
L'amore che nasce a trentanni soffre di stimoli continui, di troppe tentazioni che ci lasciano poco convinti della persona che ci sta al fianco, storditi e distratti vediamo spesso mele più succulente della nostra, giardini con l'erba migliore.
Comprendo solo ora quelle coppie che spariscono dai gironi infernali dell'aperitivo prolungato, capisco solo ora quanto sia importante tenersi stretti e saldi l'uno all'altro, confrontarsi sulla propria condizione, per costruire, per pensare assieme, per strutturare un nucleo di lotta in risposta a quelli che tentano di tenerci a bada con i comfort e le distrazioni.
Col mio bolide fiammante, una liberati col cestino e le marce, che a presto trasformerò in liberata, raggiungo amici per il consolidato aperitivo delle sette e mezza. Aperitivo che a Roma si trasforma in una birra e qualche nocciolina, a volte la porchetta, e che a Torino prende le sembianza di un' apericena condita di dolcetto e brasato.
Le persone che si dedicano a quest'attività di vecchi rimandi milanesi in genere vivono da sole, o in casa condivisa, trentenni che usciti dal lavoro non hanno chi li aspetta con una bella pasta incasciata al caldo, usciti dal lavoro defatighiamo la nostra giornata con amici, ci confrontiamo, aspettiamo altri incontri, ci perdiamo fino a tardi.
Quelli che effettivamente timbrano il cartellino sono sempre di meno, si lavora da casa, a volte, si rincorrono progetti e progettualità, navighiamo nel mondo artistico e creativo in questo paese poco adatto ad ascoltare. Alterniamo momenti di grande energia, di impegno, ad altri di amara stanchezza. Lasciamo alle spalle il tono grigio del nostro ufficio.
E così, alla mia seconda birra, già poco lucida, alzo lo sguardo e osservo. Vedo tante pecore, che brucano aperitivi, che si scambiano grandi idee o aneddoti leggeri, infognati di contatti e di gente.
Sicuramente avere una vita precaria non aiuta, trovarsi a trentanni senza una regolarità data dagli orari lavorativi, mette a dura prova la forza di volontà, incide sulle relazioni di coppia. Calvin, il fumetto del bambino di sei anni, dice a Hobbes, suo fido orsacchiotto, che in estate non riesce mai a fare tutto il nulla che si era prefissato. Quando non si ha molto da fare si allungano anche i tempi, e fare una commissione al giorno è il massimo in questo perdersi, naufragar m'è dolce in questo mare.
Per alcuni il barlume della carriera si allontana, la precarietà non permette la crescita lavorativa, lavorare per sei, nove mesi non permette di comprendere a fondo le dinamiche del lavoro, a ogni nuovo contratto si ricomincia da capo.
La carriera no, allora si potrebbe pensare alla famiglia... la tua, non quella di tua madre!!
L'amore che nasce a trentanni soffre di stimoli continui, di troppe tentazioni che ci lasciano poco convinti della persona che ci sta al fianco, storditi e distratti vediamo spesso mele più succulente della nostra, giardini con l'erba migliore.
Comprendo solo ora quelle coppie che spariscono dai gironi infernali dell'aperitivo prolungato, capisco solo ora quanto sia importante tenersi stretti e saldi l'uno all'altro, confrontarsi sulla propria condizione, per costruire, per pensare assieme, per strutturare un nucleo di lotta in risposta a quelli che tentano di tenerci a bada con i comfort e le distrazioni.
6 comments:
wow, migliiamo di martedì in martedì... si fa sempre più interessante!!!
:)
grandiosissima la mitica sabauda a roma!!!
ti leggiamo da Perugia!!!
oh, a martedì prossimo ;)))
piano piano tento di prendere confidenza...
evviva, anche a perugiaaa!!!
grazie
yo, ti leggo supervolentieri
ogni volta che pubblico, passo il resto della giornata a pensare a quanti altri aneddoti correlati all'argomento avrei voluto condividere!
molto bello e molte verità.
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