Wednesday, March 17, 2010

ciao ilaria

Sulle pagine

del mio quotidiano

solo disgrazie

fronte retro.

Eppure

tra tutto il dolore del mondo

non trovo il mio.

Nemmeno un trafiletto

a raccontare la tristezza

della tua assenza.

Au revoir mon amie

Esque tu es content maintenant?

J’espere!

Richiudo il giornale

con cura

e la speranza di distrarsi

svanisce

nella consapevolezza

che conoscere le disgrazie altrui

non ci rende meno soli.

Dedicato ad Ilaria La Commare

Saturday, March 13, 2010

Friday, March 12, 2010

Nell'abisso dei suoi giorni - C. Peluso

Un cane dai denti d’oro mi passa accanto,
mi guarda con occhi cobalto
Puzza di percorsi sbagliati e di speranze decapitate dai frangionda
Ha fotocopiato il cielo per poter calpestare il suo dio
Ha percorso strade sbagliate
Solcate dalle migliori intenzioni
Da tempo vive nell’abisso dei suoi giorni
Sgranando le vertebre come un rosario
Dorme piscia e si perde
Si sveglia ed è ancora li

Friday, March 05, 2010

Il mio lavoro e la mia vita

"Bisogna avere in sé il caos per partorire una stella che danzi."
(F. Nietzsche).
Giornata dura oggi.
Afghani malati, Italiani rissosi, Rumena con bimbetta di due anni e mezzo.
Giornata dura.
Se hai sonno, pensieri, stanchezze personali, ogni dolore altrui diventa una coltellata gratuita che credi di non meritare. Quando hai problemi rischi che i problemi degli altri ti diano la nausea.
E oggi io non stavo in forma.
No no.
Oggi arrancavo. Mi mancava l'aria, dalla mattina. La testa non voleva saperne, oggi. Eppure i problemi arrivavano ed avevano forme obese o forme di due anni e mezzo con voglia di colorare.
I problemi arrivavano sotto forma di lingue orientali di disarmante bellezza. Arrivavano e i miei occhi non riuscivano a sostenere alcuna accusa implicita. Percepivo ogni respiro come una violenza fatta a me e ai miei problemi del cazzo. Non voglio dirmi bravo, perchè non sarebbe vero, ma ho fatto il mio lavoro, l'ho fatto bene. Ho ascoltato, sostenuto, trovato i posti, consigliato strategie e tutto ignorando: la nausea, i respiri violenti, le accuse implicite negli sguardi della strada.
Ho resistito, con la certezza che è solo un momento, che un momento è fisiologico, che anche io sono uno di loro e che la differenza sta solo nella fortuna di dove e come sono nato.
Con la certezza che la strada offre stelle di rara bellezza .
Stelle che danzano sui marciapiedi del nostro cammino.
Ci sono due possibilità: danzare con loro o passare oltre.
Ed io sono stato preso da un braccio e condotto, sulle note di una musica che suona su altri pianeti, a saltare in tondo a tutto il dolore del mondo.
Mi ha preso sotto braccio una strega che dorme sui treni, perchè si annoia, perchè non ha amici.
Una strega che racconta storie di monete d'oro e di carrelli di stazione.
Una strega che non vuole esser fata: senza denti e con un vestito sporco di grasso mi ha preso mano e mi ha mostrato il suo di mondo.
Vive a Napoli, ma a Napoli si annoia. Sogna Roma. E allora prende il treno e viene qui. E rimane in stazione. Le piacciono i poliziotti. Li aiuta, ma senza soldi. Poi arriva il buio. Non sa dove andare e allora s'infila sotto i treni. Ride mentre lo dice.
I poliziotti poi mi tirano fuori ed io mi sporco tutta, e ride ancora di più.
Poi mi mostra la gamba, tutta nera.
Non ha nessuno ed io credo che abbia tutti, in un certo modo. E' di trapani. Ma lo dice come se non avesse importanza, ma per me ce l'ha. Anche io sono di trapani, ma non lo dico, perchè è importante, per me.
I minuti passano e la fila aumenta. Noi affriamo servizi, ma non quello della compagnia.
Ti devo salutare, le dico.
No, non dovevi dirlo, e non sorride più.
Rinuncio. Mi risiedo. Preferisco essere rimproverato che mandare via una stella, la strada è sua, io sono solo un passante.
Mi mostra un quaderno. E' pieno di storie. Me le racconta tutte insieme ed io lo so come finirà.
Facciamo un patto: lei mi scrive una cosa ed io le faccio un regalo.
Va fuori dall'ufficio e si mette a scrivere. A pancia sotto.
La raggiungo con un taccuino. Glielo do e le mi da un foglietto.
Siamo amici adesso, dice seria ed io non capisco se è una domanda o un'affermazione.
Certo che siamo amici!
Chi non è amico delle stelle?

Tuesday, March 02, 2010

oggi mi sento così

o almeno, oggi e tutta la settimana, ci proverò!