Thursday, January 28, 2010

Cronache dagli anni Zero [omaggio a tondelli]

[Non so se meritassi davvero di far parte di un progetto editoriale così importante. Se penso agli scrittori bravi, bravissimi, che conosco e che stanno pubblicando meno di me, un po' di imbarazzo mi viene! Per fortuna o purtroppo, qualcuno crede in cose in cui io non credo, tipo i miei racconti.
Ammetto che questo scritto pubbicato in CRONACHE DAGLI ANNI ZERO è pieno di metamessaggi di un tempo che fu. Tutto un caos personale si ordinò in quelle frasi che poi ho riletto anni dopo, prima di consegnare lo scritto ai curatori.
Gli autori dell'antologia si stanno sbattendo già per promuoverla (a differenza dell'editore) e anche io desidero fare la mia parte. Ringrazio di cuore Raffaele ed Enos: sognatori, scrittori, amici
Di seguito l'incipit del mio racconto... spero susciti un po' di curiosità!]

SAPORI


Accesi i fornelli e presentii che stavolta sarebbe stato diverso.
Eppure lo avevo già cucinato. Ricco di ingredienti, ma semplice:
filetto dimaiale impanato con salsa di soia e sesamo. Facile, no? Ma qualcosa m’impacciava, come un maglione troppo stretto
o dei guanti di lana in piena estate. Buttai il filetto sulla padella e nemmeno riuscii a rigirarlo che il citofono gracchiò. Nonostante il sudore, gelai. Era già arrivata. Aprii la porta e lei era lì, raggiante come la protagonista di un anime manga.
Prego accomodati, ben arrivata!
Mi baciò sulle labbra all’istante, come lo avesse sempre fatto.
Mi prese permano emi trascinò sul divano, come fosse a casa sua.
Grazie per l’invito, ed estrasse dalla borsetta un pacchetto
piccolo e colorato. Lo scartai incredulo. Che festa è?, pensai. All’interno trovai un CD, masterizzato. Sono tutte le canzoni che hanno fatto da sottofondo alle serate in giro con gli amici durante le quali, attese quasi imbarazzata, iniziammo a conoscerci. La guardai, leggermente stupito.
Non è che me lo sono annotate mentre parlavamo. Alcune mi hanno colpito e mi sono accorta che quando le riascoltavo pensavo a te.
Silenzio.
Dài mettilo!
Silenzio.
Accogliemmo la prima traccia guardandoci fissi.
I tuoi occhi, innocenti… cantava Silvestri.
Questa cominciasti a canticchiarla mentre parlavi di un progetto importantissimo. Stavamo lì ad ascoltarti e, dal nulla, a mezza frase, iniziasti a cantare.
Alla parola sottofondo sentii l’odore di bruciato. Ecco che festa era: la Sagra del maiale carbonizzato.

colonna sonora:
Daniele Silvestri, Occhi da orientale
Michael Bublé, I wanna go home

g.g.

1 comment:

Unknown said...

complimentoni....