Come in un mantra, l’eterno gesto della catena
Assembla i muscoli del veicolo
Non c’è una voce attorno lo scheletro
Un lamento che dica ch’è vivo e che sta
Nascendo tra le mani dell’ostetrica.
L’operaio fa fischiare il nascituro,
lo batte, gli pianta bulloni nei femori.
Non piange. L’operaio cola le azzurre
Lacrime sul dorso, suda, fiori liberi
Del suo parto puntuale.
Così, sopra la carne c’è odore d’olio
E sopra i circuiti odor di carne.
Alle officine notturne, con la scintilla
Della Creazione sotto il camice
S’avvia ad ogni alba, coperto dal soffio tiepido
Delle fonderie,
il programmatore di centraline,
il fattore privo di sogni.
Giulio Vaccaro
1 comment:
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