[oggi avevo il mio consueto appuntamento con il laboratorio di scrittura con i senza dimora. oggi ho saputo del suicidio di una mia copagna di liceo. Non posso dire che eravamo amici. Di sicuro lo siamo stati, ma è passato tanto tempo. al laboratorio non ho pensato ad altro e se mi conosco bene ci ripenserò ancora in futuro. la vita è davvero complessa, ma non sto qui a perdermi in riflessioni esisteziali che non porteranno a nulla. oggi avevo un laboratorio di scittura sul giornalismo con persone che soffrono tantissimo. con individui che sono vagoni (e non uso questo termine a caso) di dolore e solitudine. oggi ero distratto e distante. non me ne vogliano se li ho trascurati. ma pensavo a te, ilaria. questo è il mio saluto]
Sulle pagine
del mio quotidiano
solo disgrazie
fronte retro.
Eppure
tra tutto il dolore del mondo
non trovo il mio.
Nemmeno un trafiletto
a raccontare la tristezza
della tua assenza.
Au revoir mon amie
Esque tu es content maintenant?
J’espere!
Richiudo il giornale
con cura
e la speranza di distrarsi
svanisce
nella consapevolezza
che conoscere le disgrazie altrui
non ci rende meno soli.
3 comments:
"Perché non hanno fatto
delle grandi pattumiere
per i giorni già usati
per queste ed altre sere?"
alice
Se i giornali fossero specchi capaci di riflettere la forma del mondo, leggendoli, spesso certe piccole storie immense ci farebbero piangere, altre invece sorridere; ma si sà, i riflessi appannati di certe nostre creature rasentano l'inumanità e l'apatia spenta dei giorni peggiori.
Non hai bisogno di conoscere un anima in volo verso il cielo per augurargli buon volo.
Ti sono vicino.
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