in cucina
è solo una bella foto
come tante
del nostro malato incontrarsi.
Cincischio corrotto
dall'illusione
che siano contenuti e non parole.
Ci provo e mi violento.
Bulimico il mio cervello
espelle le ragioni del disagio.
Vomito.
E sorrido
pulendo il rivolo di bava
che scorre dalla mia bocca storta.
Il dorso struscia sulle labbra che ti vorrebbero.
Gli occhi abbozzano una maschera
di normalità.
Tutto è perfetto,
dopo aver scaricato.
Poi rileggo
la tua parte elettronica.
Indago su come siamo.
Ma sono tracce virtuali
che evaporano nei server
del caos.
Facciamo un gioco.
La prima volta questo
la prima volta questaltro.
E mentre cerco le prove che
fosse acqua limpida e trasparente
il nostro immergerci
complice ed intimo
mi accorgo
che era solo impenetrabile
ghiaccio siderale
che un fuocherello notturno
non può sciogliere
anche se porta il nome
di qualcosa di grosso.
Mi sveglio
dopo non aver dormito
e rievoco la fase rem
della mia epilessia notturna.
La voce di una principessa
lontana
che legge una lapide:
la poesia è finita.
[foto di Giovanna Vacirca]
8 comments:
i miei ultimi 6 mesi...in questi versi.
speriamo nei prossimi 6!
:-)
speriamo nei prossimi 6!
:-)
sarebbe ora..
tra 6 mesi mi aspetto ua tua poesia, allora!
:-)
io canto e fotografo...non so scrivere...vedrò di mandarti una foto...poetica!
questa poesia rompe il culo, complimenti giro...
:)
...
e poi ancora ....
alice
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