[il mese di agosto è iniziato proprio con grinta. mercoledì 1 sono stato ad un matrimonio. ho bevuto e fatto il pazzo, ubriaco come una cucuzza mi sono coricato alle 3 e qualcosa per alzarmi alle 7 e dirigermi a piazzale dei partigiani dove mi sono incontrato con morgan per vivere l'avventura che leggerete sotto. il post tè ratto direttamente dal suo magnifico blog: acmedelpensiero]
Mattinata ricca di emozioni ieri.
Come avevo anticipato, alle sette in punto ero nei pressi della tendopoli. Ho iniziato a parlare con alcuni di loro, poi, mi ha raggiunto anche Girolamo di Terre di Mezzo.
Abbiamo convenuto con celerità che non vi era bisogno di mischiarsi a loro per il timore di chissà quale aggressione. Nel frattempo, timorosi per la loro sorte, decine di afgani se n’erano andati dalle loro tende…
La situazione in realtà era all’inizio abbastanza confusa, però con astuzia istrionica abbiamo raccolto informazioni da più persone (assistenti sociali, polizia, responsabili del comune di Roma, ecc): tutto è diventato poi chiaro. E lo abbiamo comunicato ai nostri amici senzatetto, i quali, vorrei sottolinearlo con una certa soddisfazione, tenevano in grande considerazione i nostri consigli.
Sarebbero stati spostati in una nuova struttura nei pressi di Pietralata, con la possibilità di alloggiare in letti comodi e vitto incluso.
Vi erano i carabinieri in assetto antisommossa, francamente esagerato, sarebbe bastato fare qualche chiacchierata con loro per accorgersi che sono un popolo pacifico e colmo di dignità.
Dopo un primo controllo medico, sono saliti nei pullman forniti dal comune e io mi sono messo dietro con lo scooter, desideravo verificare la veridicità delle informazioni acquisite.
Ci sono stati anche momenti divertenti, qualcuno di loro, durante il percorso, dopo avermi riconosciuto dai pullman, mi salutava e io facevo gestacci qui improponibili con le conseguenti risate di entrambe le parti.
La struttura che li ospita è di recente costruzione e va dato il merito alla serietà delle istituzioni in questo caso. Ho avuto il piacere di conoscere l'assessore Gianluca Peciola dell’XI Municipio di Roma con cui ho scambiato alcune opinioni sulla vicenda dei ragazzi afgani. Persona seria e preparata.
Quando salivano le scale per andare nella sala principale non pochi avevano le lacrime agli occhi, qualcuno mi ha abbracciato, mi ha ringraziato e, pur non avendo una lingua comune con cui comunicare, gli occhi dicevano tutto. Quei pochi invece che parlavano inglese hanno trovato parole bellissime per apprezzare la nostra vicinanza nei momenti in cui alla stazione Ostiense si sentivano maledettamente soli.
Dopo mesi di tende e difficoltà, stanotte molti potranno dormire comodamente e magari rinfrescati da una doccia in un bagno vero.
Mercoledì prossimo andremo a trovarli nella loro nuova “casa”.
È stato meraviglioso vivere un’esperienza simile e le parole sono davvero lontane da ciò che ho vissuto minuto per minuto, soprattutto nel momento dell’arrivo nella nuova struttura, così ora riciclo una battuta di Girolamo, al quale va la mia più sincera stima per tutto ciò che fa per le persone considerate le ultime della società: “Sto mondo è nostro e dobbiamo decidere noi come dev’essere”…
Abbiamo convenuto con celerità che non vi era bisogno di mischiarsi a loro per il timore di chissà quale aggressione. Nel frattempo, timorosi per la loro sorte, decine di afgani se n’erano andati dalle loro tende…
La situazione in realtà era all’inizio abbastanza confusa, però con astuzia istrionica abbiamo raccolto informazioni da più persone (assistenti sociali, polizia, responsabili del comune di Roma, ecc): tutto è diventato poi chiaro. E lo abbiamo comunicato ai nostri amici senzatetto, i quali, vorrei sottolinearlo con una certa soddisfazione, tenevano in grande considerazione i nostri consigli.
Sarebbero stati spostati in una nuova struttura nei pressi di Pietralata, con la possibilità di alloggiare in letti comodi e vitto incluso.
Vi erano i carabinieri in assetto antisommossa, francamente esagerato, sarebbe bastato fare qualche chiacchierata con loro per accorgersi che sono un popolo pacifico e colmo di dignità.
Dopo un primo controllo medico, sono saliti nei pullman forniti dal comune e io mi sono messo dietro con lo scooter, desideravo verificare la veridicità delle informazioni acquisite.
Ci sono stati anche momenti divertenti, qualcuno di loro, durante il percorso, dopo avermi riconosciuto dai pullman, mi salutava e io facevo gestacci qui improponibili con le conseguenti risate di entrambe le parti.
La struttura che li ospita è di recente costruzione e va dato il merito alla serietà delle istituzioni in questo caso. Ho avuto il piacere di conoscere l'assessore Gianluca Peciola dell’XI Municipio di Roma con cui ho scambiato alcune opinioni sulla vicenda dei ragazzi afgani. Persona seria e preparata.
Quando salivano le scale per andare nella sala principale non pochi avevano le lacrime agli occhi, qualcuno mi ha abbracciato, mi ha ringraziato e, pur non avendo una lingua comune con cui comunicare, gli occhi dicevano tutto. Quei pochi invece che parlavano inglese hanno trovato parole bellissime per apprezzare la nostra vicinanza nei momenti in cui alla stazione Ostiense si sentivano maledettamente soli.
Dopo mesi di tende e difficoltà, stanotte molti potranno dormire comodamente e magari rinfrescati da una doccia in un bagno vero.
Mercoledì prossimo andremo a trovarli nella loro nuova “casa”.
È stato meraviglioso vivere un’esperienza simile e le parole sono davvero lontane da ciò che ho vissuto minuto per minuto, soprattutto nel momento dell’arrivo nella nuova struttura, così ora riciclo una battuta di Girolamo, al quale va la mia più sincera stima per tutto ciò che fa per le persone considerate le ultime della società: “Sto mondo è nostro e dobbiamo decidere noi come dev’essere”…
1 comment:
gli occhi dicono sempre tutto.
spero stiano bene...
Post a Comment