Monday, July 09, 2007

COME DIO COMANDA (stregati da)

Lessi l’ultimo Ammaniti sull’entusiasta affermazione di Girolamo De Michele. Mi spiazzò. Disse più o meno una cosa del genere: “Se in Italia c’è uno che scrive così, io posso pure smettere”. Va ricordato che Girolamo non è solo un amico. È un amico che ha scritto Scirocco e Tre uomini paradossali. Lessi Come Dio comanda immediatamente. Ero molto preoccupato. Se Girolamo De Michele può smettere di scrivere, io dopo questo cataclisma annunciato dal lampo di copertina che faccio?

Ho trovato pagine di burro, lubrificate al meglio. Ho divorato le quasi cinquecento pagine. La mia attenzione di lettore non ha mai discusso la trama, le mosse dei personaggi. Mi sono cibato della misurata progressione degli eventi, sono entrato dentro questo special di Luicignolo, dentro quei gorghi disperati della provincia padana e fascista che atterrisce. Che conosco bene. Ho sperato che la ragazzina fuggisse dal matto del paese, dalla cronaca compiaciuta dell’inviata di Studio Aperto. Ho “visto” il presepe feticcio di Quattro Formaggi. Anche se devo dire che anche quello della tradizione Cattolica mi mette addosso già un leggero disagio. Mi sono affrettato a voltare le pagine.
Cristiano se la caverà? Il lettore era contento, sazio.

L’altro essere che abita il mio corpo invece è infastidito. Il mostriciattolo che ha un modesto rapporto attivo con la scrittura chiede altro. Non si accontenta di quasi sceneggiature. Non ne vuole più di fiocchi di neve grossi come batuffoli di cotone. Insomma, dipende da quanto cotone si asporta dal corpo centrale. Non c'è un batuffolo standard.
Ancora una volta un premio prestigioso ci lancia il messaggio reiterato all’infinito. Lasciate ogni speranza, i vostri malumori sono solo masturbazioni per pseudo letterati inadeguati, così vi rendete al fallimento. Questi sono i libri, queste sono le storie dei nostri tempi che disegnano la nostra Italia. Che rifugi assurdi andate cercando? Sempre nella vostra cameretta a toccarvi e a disperarvi. Finirete come Quattro Formaggi.

C’è una cosa facilmente identificabile che mi esplode regolarmente nel cervello dopo che ho letto un libro importante ( non un buon libro... non un libro “onesto”…). E' qualcosa che non sbaglia. Un istinto sempre vigile che viene in soccorso della mia soglia critica. Sto parlando di una sana INVIDIA, una gratitudine mista odio. Invidio chi ha scritto ciò che volevo scrivere io, chi ha dato forma ai miei fantasmi. Chi ha indagato sulle imperfezioni umane, urlando, per lasciarmi ammutolito ed esausto davanti a pagine definitive.

Non invidio Ammaniti. Non scriverò mai così. Il mio editore presumo non sia entusiasta di questa semplice constatazione. Nemmeno la parte di me che vuole uscire da un fabbrica. Davvero non mi interessa questa scrittura? Oppure non sono capace di seguire collaudate strategie e me la racconto… non sono capace di fare ciò che non mi interessa.
E questo chiuda il conto.


Saverio Fattori

1 comment:

girolamo grammatico said...

pienamente d'accordo