Friday, May 04, 2007

.:lavoratore ignoto:.




[…e noi tutti, qui riuniti ad osservare la nostra lenta e sconfortante regressione. Ogni singolo concetto che potrei “liberamente” esprimere, suonerebbe come una tra le più grosse baggianate o nel migliore dei casi, sottile ma banale. quindi mi chiedo a cosa servirebbe. ho avuto la fortuna di incontrare ma soprattutto circondarmi di persone che desiderano (o almeno la maggior parte di loro) cambiare qualcosa, investendo quotidianamente una parte di essi, che può essere l’arte, lo studio o la comunicazione in genere. durante il giorno a gridare prendendo coscienza di questa società, la sera imbottiti di spray per la gola. tutti lavoriamo, ma nessuno o meglio in pochi tornano a casa soddisfatti.
dicono che il lavoro nobilita l’uomo. ma io non ci credo. non lo credo possibile in un contesto in cui pensare al futuro diventa uno dei problemi più affliggenti della giornata. non lo credo possibile quando in mano tieni un contratto a progetto che, fatemelo dire, non è più o meno diverso dal lavorare in nero. senza tutele, senza tfr, senza diritto alcuno, senza malattia pagata, senza un cazzo di niente. ma ditemi, dove sta la differenza? e non uscitevene fuori col discorso che con i co.co.pro. la disoccupazione è diminuita, una cazzata del genere me l’aspetto dal berlusca e non da voi. per non parlare dei contratti a tempo determinato o indeterminato. ti dicono (e te lo scrivono) che hai dei diritti come la malattia ad esempio, solo che quando t’ammali e rimani a casa una settimana, una volta rientrato a lavoro, quello che si fa chiamare capo o direttore per qualche arcano motivo ti renderà la vita (lavorativa) difficile e stressante, mobbing per intenderci. ma queste cose le sappiamo tutti o no? siamo sulla stessa barca diceva rino Gaetano. una barca dove il senso d’appartenenza ci rende fratelli, sorelle e nel caso più nostalgico, compagni. soldati che vanno in guerra, che combattono per la patria e che se hanno la fortuna di tornare a casa vivi, muoiono dopo qualche anno a causa di tumori e malattie varie. famiglie distrutte dal dolore, rammarico quotidiano, figli senza padri, madri senza figli, donne e uomini senza dignità. cade da un cantiere, norme di sicurezza pari a zero, un volo di venti metri prima di diventare polvere. l’esercito ha fatto dell’arruolamento un lavoro…a questo punto sarebbe giusto realizzare un’unica statua che rappresenti l’uomo, qualunque sia il lavoro che esso svolge. altro che milite ignoto…lavoratore ignoto. in un mondo dove il giusto è giusto se per i potenti è giusto e conveniente, non ci rimane che ridere e scherzare. ma fra un riso e l’altro, anziché piangere, potremmo tutti remare, verso nord e impedire a questa barca di arenarsi…]
a.

3 comments:

Morgan said...

non ci resta che ridere proprio...

KAYA said...

kapisko lo skonforto....kapisko esattamente ciò ke skrivi..mi domando in quanti oggi non lo kapiskano...poki, sempre gli stessi....
Io non mi arrendo però, stringo i denti, i pugnetti e vado avanti...alle volte barkollando, alle volte ringhiando....ma sempre konvinta della méta...senza dimentikare, comunque vada, l'importanza del kammino....

"Se un tutto si guardasse da quei punti ke lo formano..se tutti si elevassero almeno per un giorno.. se il giorno si eklissasse dimentiko del tempo, il tempo, in kambio, ritornerebbe esempio. Inseguo e cerko sempre il lato oskuro delle kose....più cerko di imparare e più ricevo offese...del resto le salite son sempre scivolose e ha senso skalarle, pagando a proprie spese.
Scegli...."

un grazie a Girolamo x avermi dato la possibilità di konoscere questo blog.

GaiaKaya

girolamo grammatico said...

Gaiaaaaaaaaaaaaaaaaaa,
ciao! grazie x essere passata!!!
g