Friday, January 15, 2010

Senza tetto che scotta - Daniel Agami

[Di seguito segnalo la recensione di Daniel a "In una sola notte" per Giudizio Universale. Daniel ci ha onorati, qui su percezione, con i suoi racconti ed ora mi regala questa bella analisi del libro, attena, acuta, puntuale e molto agamizzata!!! Spero vivamente che la leggiate: un po' perchè parla del libro (e ci tengo, ovviamente), un po' perchè così imparereste come si scrive la recensione ad un libro (capierne le logiche aiuta a capire se vale la pena acquista o meno poi il prodotto, fidatevi)]

“Se lei non vuole me, io non sarò più me. Rinuncio al mio nome, a coloro che lo sanno a quelli che lo dicono. Alla targa sul campanello. Al codice postale.” (Paola Presciuttini)
Siamo sinceri, e voi che leggete, per favore, siatelo con noi: del dolore altrui non ce ne frega niente. Non quello delle persone a cui vogliamo molto bene, e neanche quello dei grandi casi di dolore nazionale (i terremotati, le vittime degli assassini misteriosi, i personaggi famosi vedovi, quelli di Sinistra Ecologia Libertà): quelli ci interessano un po’. Ci riferiamo al dolore di chi non conosciamo, o conosciamo poco, al dolore di chi soffre (non solo provano dolore, pure sofferenza: egoisti!): è già incomprensibile averne uno nostro, impossibile occuparsi di quello altrui. Ma esprimiamo la nostra solidarietà per i barboni che dormono per strada, salvo poi istintivamente allontanarci, negli atri delle stazioni, nei sottopassaggi, nei portici dei bei licei: e ci assolviamo scomodando il pudore, il rispetto della privacy. Li si chiama senza fissa dimora, per adeguarci al politically correct progressista e lessicale, ma li continuiamo a pensare barboni, distanziandoci da loro almeno un marciapiede.

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