Tuesday, January 12, 2010

Fiaba turca

Dunque c'era un cammello

con in groppa un fardello

affondava nella sabbia

beh, per forza, siamo in Arabia


Quando vide una formica

trascinar senza fatica

un rametto grande assai

lui le chiese: “Come fai?”


Io che sono grande e grosso

e fatico a più non posso

a portar sto sacchetto

la risposta dell'insetto

fu chiarir la situazione:

“Tu lavori pel padrone

io non sono mica fessa

io lavoro per me stessa”.


Immagino quanto si sia sentito preso i fondelli questo cammello, chiedendosi perchè si è ritrovato a parlare con una formica sotto il sole cocente del deserto, appesantito dal fardello e dalle allucinazioni, quando l'insetto laborioso e saccente con uno sberleffo tutto suo gli ha fondamentalmente detto: “Sgobba per te stesso, fai come me, apri partita iva!”.

La partita iva dovrebbe essere una scelta, come scegliere la squadra del cuore, la zona della città in cui vivere, l'aria che si vuole respirare, una scelta che tiene conto della propria indole e le proprie aspettative, una scelta che segna un percorso lavorativo e la sua direzione.

Le mamme di una volta sponsorizzavano il pretendente che lavorasse in proprio, si bisbigliavano nelle orecchie, a volte con pruriginoso imbarazzo, parole tipo “libero professionista”, quasi a identificare e idealizzare il soggetto subito nella sua presenza, addobbato di giacca e completo, avvenente e lavoratore, pietra miliare della coppia e della famiglia, amante fantasioso perché non costretto ai ritmi autistici della fabbrica ma sempre ciarliero e accomodante con clienti e viadanti.

Ad oggi i collaboratori a partita iva sono i nuovi precari, dalla legge 30 del 2003 in poi chiunque si sia affacciato al mondo del lavoro con una laurea, intellettuali di alto medio profilo, professionisti, si sono dovuti piegare alle richieste dei committenti, non più disposti a stilare un normale e sincero contratto, ma concedendo una collaborazione pagata miseramente se penso che il 40% guadagna addirittura meno di mille euro al mese. Mille euro al mese a cui togliere le spese di mantenimento della partita iva, senza ferie, senza mutua e senza disoccupazione quando non si riesce a tappare i buchi tra un contratto e l'altro, senza possibilità di mutuo con le banche.

Molte mamme di vecchio stampo si ritrovano a casa per pranzo il figliolo trentenne, ormai libero professionista, che nulla ha a che vedere con l'ideale della sua gioventù. Esaurito e senza pace, alle prese con relazioni amorose a prestazione, Co-co-co, Convivo Col Coinquilino, suo figlio accetta i lavori più rocamboleschi e sottopagati per necessità, non verrà più licenziato, rimarrà semplicemente inoccupato e senza alcuna voce in capitolo nei sondaggi, per cui lui non è un precario, lavora in proprio, che tradotto in gergo è una persona che quando non lavora sono solo cazzi propri. Single e con una forte dose di anticoncezionali nel taschino si affrontano colloqui e intemperie. Stai diventando mamma? Fatti tuoi, spera di avere dei nonni che, mentre cerchi lavoro, badino al figliolo, e spera di rientrare nel concetto coppia, perché ora più che mai un bambino con un solo genitore rischia di andare a cucire palloni per pagare la commercialista.


Rime da turchi, il finale di questa fiaba potrebbe anche essere questo:


Tu lavori pel padrone

io che sono così fessa

io lavoro per me stessa

2 comments:

Unknown said...

Oh tu, SABAUDA A ROMA, sei davvero concretamente geniale!!!
Sempre bello leggerti...

sikka said...

quando i motivi di ispirazione sono validi è un piacere scrivere e pubblicare! un abbraccio