Scrittore “informato dei fatti”, corridore amatoriale («non va né piano né forte. Va»), Fattori adotta alcuni stilemi tipici del nuovo neo-realismo dell’ultima generazione letteraria (la situazione dispersiva, le relazioni precarie, la forma-passeggiata) per raccontare la vita risucchiata dall’«inferno
della perfezione inutile» di Claudio Seregni, l’io narrante che cerca l’evasione dalla medietà insignificante della propria esistenza nella realizzazione
di un corpo da olimpiadi. La scelta di questo io narrante che non può permettersi codici etici, che accetta senza remore la spirale prestazione- doping può sembrare spiazzante, soprattutto quando siamo costretti, tirati dentro il romanzo, a confrontarci con la sua mentalità fascistoide negli scampoli di vita quotidiana, ma soprattutto nella dimensione agonistica: «È profondamente ingiusto che un atleta si ammali. Il suo organismo ha retto e riprodotto prestazioni fuori dalla norma e non può cedere minato dagli stessi agenti patogeni che debilitano l’umanità media».
Fattori ha la capacità di portare il lettore in un mondo gelido, pervaso da relazioni deboli e fittizie, e lasciarlo senza il supporto di una morale consolatoria o di un finale edificante. La costruzione di un corpo perfetto ha come prezzo la recisione delle relazioni affettive, il disinteresse per l’altro, la rinuncia al piacere, la progressiva crescita della paranoia (uno dei topos narrativi di Fattori): un mondo alienato, popolato da alienati, prodotto
da relazioni e pratiche alienanti. Un mondo postfordista, dove il paradigma della fabbrica, della precarietà, della guerra di tutti contro tutti si
estende all’intera società, senza lasciare angoli immuni.
Girolamo De Michele, Liberazione.
1 comment:
ciao Giro, sono stato un po' a parlare con Fattori al Pisa book festival.
Era la prima volta che ci parlavo.
Fa un certo effetto parlare ocn l'autore del tuo libro preferito (che fine hanno fatto i talk talk).
Votato.
f
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