Tuesday, September 30, 2008

Walter Rossi - un omaggio

Il 30 settembre del 1977 i fascisti, in un perverso connubbio con la polizia, attaccano un gruppo di ragazzi di sinistra uccidendo Walter Rossi. L'inchiesta sul suo omicidio è stata chiusa anni fa, dopo più di 2 decenni di inutile istruttoria, senza trovare l'assassino o i colpevoli. Non mi stupirebbe se l'assassino di Walter Rossi leggesse queste parole. Forse, adesso, è in un internet point e sta controllando sui motori di ricerca cosa si stia facendo, ancora, per Walter, contro di lui. Noi di TN lo ricordiamo con questo racconto dedicato al giorno della sua morte. Ovviamente la verità biografica non è stata rispettata, ma, ci chiediamo, se non lo fa la giustizia, perchè dovremmo sentirci in dovere di farlo noi? Così con un po' di immaginazione letteraria ci siamo cimentati nel tentativo di raccontare quei momenti. A noi piace immaginare. Che poi, tra queste opere di fantasia, ci sia lo squallore di certi fatti che si vorrebbero insabbiati di sicuro la colpa non è nostra!

La morte è la curva della strada,morire è solo non esser visti.(F. Pessoa)

La morte è la curva della strada, morire è solo non esser visti, diceva un poeta, ma si sbagliava. La morte è visibile, sotto gli occhi di tutti. Anche di chi non ha mai visto un cadavere. Tutti arrivano, all’improvviso, dalla curva della strada e la vedono. La vedono male, però. Ed è questo vedere approssimativo che pensiamo sia non vedere. Anch’io vedo male. In senso fisico, soffro di una patologia oculare: le miodesopsie. Ma non lo so e non lo saprò mai. Sono un povero vecchio di settantanove anni e il dottore dice che è normale, che devo bere tanta acqua, perché forse è un problema di disidratazione. Ma bere tanta acqua, per uno della mia età, è un problema serio. Piscio in continuazione e non sempre riesco ad arrivare in tempo al cesso. Per fortuna sono solo e non ho il problema della figuraccia. Mia moglie è morta otto anni fa, nel sonno. Ricordo che fissai il suo corpo disteso nel nostro letto per un tempo interminabile e che dopo un po’ mi ritrovai, come spesso mi accade, ad incantarmi seguendo i filamenti neri che attraversano il mio campo visivo. Mia moglie mi era morta accanto e io mi lasciavo distrarre da un misero problema ottico. Ma l’uomo è fatto così, io lo so.Lo sanno tutti, ma non se lo dicono.L’uomo è un essere distratto.Si lascia ingannare da cose che hanno come scopo che lui si distragga e non ammiri la meravigliosa complessità della vita. Come io mi distrassi guardando i filamenti neri che m’impedivano una cristallina visione del corpo di mia moglie disteso, così quei ragazzi laggiù si stanno lasciando confondere dai loro pensieri, dalle loro idee, dalle parole. Rimanere coscienti e presenti, in modo costante, è difficile. Qui e ora: troppo complicato. Meglio guardare una cosa inutile come un filamento nero che rimanere ad ascoltare i messaggi della vita. Dico questo perché sono affacciato alla finestra dal mio quarto piano sul finito e sotto, in strada, c’è uno strano movimento che non promette niente di buono e io oscillo senilmente tra le macchie del mio campo visivo e quei ragazzi là. Sorseggio dell’acqua e osservo la scena cercando di non comprenderla.

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