Saturday, May 24, 2008

.: la compressione del linguaggio ed altre ubriachezze :.

Ieri ero ad un party. No, ero ad un aperitivo letterario. NO, ero tra artisti ubriachi. Anzi ero a casa di un amico. O forse ero nel posto giusto al momento sbagliato.

Non so.
Ero ubriaco.
Pensieroso.
Introspettivo.

Non ero in forma.
Non ero al centopercento.
Non ero indicizzato nei migliori motori di ricerca.


Fatto sta che c'è scappata la gaf.
E proprio in chiusura serata!
Volevo dire una cosa, ma il modo in cui l'ho detta me ne ha fatta sparare un'altra.


Il solito problema tra forma e contenuto (uno tra i mei grandi problemi). La mia forma dilatata dall'alcool non solo non era seducente e persuasiva, ma discriminava contatti di pensiero tra forme sensibili di convivialità.


Io volevo dire che ci sono tanti lavori al mondo e che facendo 2 chiacchiere da salotto, en passant, li si sarebbe potuti dividere in lavori product oriented e lavori relations oriented. Avrei voluto spiegare che non c'è un lavoro migliore di un altro. Lo so perchè ne ho fatti tanti e diversi.Nè che un approccio sia superiore all'altro. Avrei solamente voluto dire che è innegabile che ci sono differenze tra un lavoro orientato al prodotto (all'oggetto) e un lavoro orientato alla persona (alle relazioni). Avrei voluto spiegare che è la stessa differenza che c'è tra un giapponese di 90 anni e mio nonno siciliano di 91. Sono due mondi totalmente diversi. Ovviamente questa non può essere una discriminante. Discrimina infatti chi delle differenze ne fa un alibi per costruire poltrone comode alla propria. Chi costruisce barriere al fine di proteggere la propria superba differenza. Io avrei solamente voluto dire che se fai un lavoro con un approccio alla relazione ti ritrovi a non poter più guardare l'orologio. A non dare più valore alla domenica come spazio personale o di riposo, ma come momento di condivisione. A non essere sicuro che la convenzionale settimana feriale sia una struttura adeguata allo svolgimento delle tue mansioni professionali.


Avrei voluto ricordare il Piccolo principe e la volpe, il loro illuminante dialogo sulla ritualità necessaria ad instaurare un rapporto di fiducia. Avrei voluto mostrare la bellezza di alzarsi all'alba, nonostante la sbornia, per smussare solitudini che non possono aspettare il lunedì mattina. Avrei voluto dire che molti lavori product oriented si svologono il sabato e la domenica con più fatica del mio, ma che lo fanno seguendo logiche di mercato ben diverse dall'approccio familiarista che è base fondante una relazione d'aiuto. Avrei voluto spiegare che sono un privilegiato a lavorare di domenica con persone che vivono ai margini, perchè grazie a loro ho sempre un faro puntato sulla meraviglia del vivere.


Insomma avrei voluto condividere un pensiero che non fosse:
"Devo andare... domani mi alzo presto. Lavoro nel sociale io, mica alle poste?"



Lettura consigliata: La macchina morbida, W. Burroughs
Colonna sonora:

4 comments:

Anonymous said...

Ma secondo hai fatto bene. Non potevi stare là a dire tutte ste cose. Non lavori mica alle poste.

:)

girolamo grammatico said...

ho fatto una figua dimmerda assurda!
se ci penso sprofondo!

Anonymous said...

io continuo ad adorarti anche se non lavori alle poste!

Anonymous said...

... immagino di dover essere la parte offesa eppure condivido quello che hai scritto e quello che hai tentato in modo buffo di spiegare ieri sera! Hanno capito tutti ma la risata ci stava bene e ci faceva bene!
Aggiungo anche che un "pacco" non ti chiederà mai grazie dopo averlo consegnato ma il sorriso di chi lo riceve ti riempie cmq il cuore ...
Buon lavoro!
Ro