Monday, May 21, 2007

Poesie senza ADSL - L'ultima chiamata

La sua voce
(come la nostra)
superava lo spazio
nell'istante breve
del pigiare un tasto
per volare su un'onda gobba
come gobbo è il 57
che vede la terra, ma non dove mette i piedi.


E non sempre
il verde sorride
ai nostri passi
ancorpiù se la voce vola
portandocpn sè la mente
esperta a leggere gl'intimi pericoli dell'io
ma sorda al pericolo esterno.

Ora
quella voce è muta,
mentre dall'altro lato si urla
disperatamente.

Il corpo
distratto dall'ansia del fare
senza guardare sbarra la strada
ad un autoubus in corsa.

Anche lì
una voce
attraversava gli spazi
come una mala pennellata che scuarcia

la tela
...
quella del conducente.

g

[Questi pochi versi, mal scritti, spigolosi e sicuramente poco poetici sono frutto di una riflessione nata dalla lettura dell'articolo che vi incollo di seguito! L'articolo è vecchio e mi fu inviato da un carissimo amico tanto tempo fa, ma mi è rimasto in mente (e nel cuore) in modo lacerante. Nella poesia, ci tengo a sottolinearlo, non giudico nessuno. E' solo un modo di raccontare un dramma. Un modo diverso di fare cronaca.

In fondo, credo, siamo tutti la donna al telefono e tutti il conducente dell'autobus.

Ecco l'articolo:

MILANO - Parlava al telefonino l'autista del bus che ha ucciso una donna sulle strisce a Milano ieri sera. Il giudice lo accusa di omicidio colposo ma lui, 28 anni, da quattro nell'azienda di trasporti pubblici Atm, non replica: è ancora sotto shock. I passeggeri del "57" però non hanno dubbi; lo hanno detto ai vigili urbani e alla polizia: "L'autista era distratto perchè parlava al telefonino".

Anche lei, la donna travolta e uccisa dal bus, parlava al cellulare quando è stata investita. Elena Taborelli, 33 anni, abitava a Cadorago, in provincia di Como; faceva la psicologa. Stava attraversando la strada all'incrocio tra via Pier della Francesca e via Procaccini, un angolo poco illuminato, regolato però da un semaforo. C'era verde per la donna; il bus ha svoltato a destra ma non si è accorto che sulle strisce c'era un passante.]

2 comments:

Anonymous said...

Caro Girolamo, a me la poesia è piaciuta. Volevo solo dirti questo.
Credo che commentare la cronaca con la poesia sia un modo molto "vero" di vivere il reale al di fuori della cronaca stessa di quello che ci succede.
Nel mondo che mi piacerebbe non ci sarebbe cronaca, ma solo poesia.

percezione sociopatica said...

e poesia fu!
g