Monday, March 12, 2007

.:l'emerito:.





[ Ma che fumettista papà.
Non voglio più essere come loro. Ambire ad una pubblicazione in cambio di cosa? Della loro incomprensione papà. In fondo nemmeno tu c’hai mai capito un granché o sbaglio?
Prova a guardarli in faccia, è gente morta dentro. Si vantano d’essere ingegnosi, modesti, umili e acculturati. Criticano qualunque cosa non gli vada a genio. Pensano che l’arte degli altri, se non supportata da un loro giudizio, sia spazzatura in confronto alla loro. Amano per il piacere d’amarsi e odiano per il piacere di farsi odiare. Mangiano squisitezze e vanno in vacanza in Marocco. Credono che il loro stile di vita sia ideale per una sana ricerca di se stessi. Alcuni sono buddisti, molti di loro cristiani, in minoranza atei e troppi, solo per vanto, dicono d’essere agnostici. Dovresti vederli in Accademia papà, levitano per i corridoi con cappelli strani che gli coprono il capo, per paura che l’intelletto possa prender freddo. Fumano Marlboro light e masticano chewing gum rubati al discount. Si perché loro rubano papà. Lo fanno perché sono contro lo stato e le istituzioni. Rubano immagini per strada, nei negozi, al cinema, ai matrimoni, in treno, al mercato, in tram, in autobus, al ristorante, negli ospedali, in chiesa, all’asilo, al cimitero, alle sagre di paese e nei pub. Sono come dei vampiri affamati di idee e concetti impregnati nella pelle d’ognuno. Ho paura di loro papà, a volte ho avvertito lo stesso terrore guardandomi allo specchio. Ma loro non hanno paura. Sono dei predatori e il mondo tutto è la preda più ambita. Frequentano circoli privati, scuole private, vanno a feste private e posseggono proprietà private ma sostengono l’idea della comune. Passano i sabato sera a decidere cosa fare optando sempre per l’abituale pub in centro. Ingurgitano beveraggi guardandosi sempre intorno. Al terzo bicchiere cominciano a dire stronzate misto morale e se qualcuno li contraddice sono pronti a giocarsi la carta del bacco pretestuoso. Si perché loro giocano a carte papà. Hanno tutti e quattro gli assi nella manica e li usano bene, confondendo l’altro acutamente. Si nascondono dietro una maschera fatta di arte e inganni. Dicono d’essere astrologi, razionali, esoterici, minimalisti, iperrealisti, fanatici, poveri, astuti, stupidi, maniacali, schizofrenici, depressi, felici, vagabondi, maledetti, saggi, raccomandati, operai, fiduciosi, eclettici, sinceri, codardi, pecore e leoni, malati, sconnessi, diversi e amati. Parlano per sentito dire, leggono poche pagine d’un libro per poi decantare il contenuto non colto ma intuito, prendono il 40 notturno per gioco, camminano sempre con un albo formato A3 sotto l’ascella, disegnano in metro e ascoltano musica in mp3. Vestono Levi’s, Energie e Sisley, scaricano la qualunque da internet e riempiono il loro hard disk di file inutili che mai visioneranno. Guardano anime giapponesi e leggono fumetti americani, dicono però di aver visto qualche volta in libreria albi di Hugo Pratt e Crepax mai acquistati perché cari e mai scontati. Giocano a calcetto il venerdì sera, trascurano il/la proprio/a compagno/a perché il comunismo è roba vecchia e perché la vita va vissuta intensamente fino all’ultimo respiro. Pregano, ridono e piangono di gioia. Viaggiano solo in prima classe, non conoscono gli ostelli e prenotano sei mesi prima. Non cagano in casa d’altri, ascoltano poco e sono pieni di se. Ma soprattutto non s’arrendono mai papà, perché c’è sempre qualcuno che li aiuta a non sprofondare nel baratro dell’originalità. Pensano d’essere i soli a percepire l’immenso, scovano muse in locali d’elite e copulano fra di loro.
Ma che fumettista papà, preferisco vivere che sopravvivere in quel modo non credi? Preferisco farmi domande che dare risposte. Preferisco raccontare che dettare verità. Preferisco fuggire da questo mondo anziché desiderare vita eterna fra libri e fogli vaganti. Preferisco lasciare un segno a pochi ma buoni che lasciare una ferita incompresa. Preferisco anelare anziché star fermo, certo d’un destino benevolo. Preferisco bere vino, folleggiare, scopare, amare, fare il lavapiatti, viaggiare, cantare a squarciagola, ballare in soggiorno, piangere e vivere le mie notti da insonne corroso dallo stantio di questa società che critico e finanzio.
Ma che fumettista papà. Da grande, voglio fare Dio.
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5 comments:

Anonymous said...

bellissimo pezzo.

Anonymous said...

Non esistono domande giuste, fratello mio, ma esistono risposte sbagliate. il desiderio ha un solo ed unico significato, ed è: il vuoto.

Nessuno di noi colmerà mail quel vuoto, non in questo mondo almeno; siamo destinati a nutrirci della terra e dell'acqua per esplorare quel immenso buco, altre volte lo facciamo solo per placarne l'appetito per un giorno o due.

Sta ad ognuno di noi decidere come colmare quel silenzio. Tu sei certo di volere riempire la tua esistenza di giudizi sinceri e spassionati? Lascia che ognuno viva il suo cammino, ed augurati che un giorno qualcuno di loro si fermi al tuo fianco per raccontarti la sua storia; potrebbe mostrarti il cammino oscuro da non percorrere, ma potrebbe anche illuminare il buio di un istante.

Non scordare che è per quelli come te che loro esistono, ed è per quelli come loro che quelli come te continuano a vivere ed esistere. I tuoi sogni illuminano il grigio delle loro incertezze, e le tue ombre affamate si nutrono delle loro oscurità per sopravvivere ed avere un senso.

e cosa saresti tu senza la tua ombra?

Che la tua rabbia viva e si trasformi.

Servizio della protezione civile comunale said...

bello! l'ho citato qui http://www.paroledisicilia.it/citazioni/citazioni/antonio-bruno-fumettista.html

Anonymous said...

COME LA TUA TERRA LE TUE PAROLE ARIDE E PURE TESTIMONIANO ANCORA UNA VOLTA KE ESSERE SALVI SIGNIFICA RICONOSCERE L'ASSURDITà DELLA VITA..

BrunoAntonio said...

e per assurdo, mi inebrio del nulla che mi circonda fatto di materia e riflesso.