sparge, precor, flores
supra mea busta, viator
(Ostia, tomba 18 della sacerdotessa isiaca)
Quando la generazione della play station
sarà matura,
l’erba selvatica sarà cresciuta
sul mio nascondiglio,
avrò perduto tutta la mia luce
e invidierò della schiuma
una goccia frantumata in mille schegge
perché è viva sotto il sole
e lo riflette come un diamante
ma di me, passante al cellulare,
non resteranno che parole in forma di poesia:
disegni dell’anima, forse,
o graffiti del pensiero (il mio
esule dal circo mediatico
e perciò immerso nei ghiacci
della solitudine ennuyée).
E tu, passante, che conosci i risultati
delle partite di calcio
mentre tua moglie cucina immersa
nei vapori del gossip,
non fermarti su quell’erba selvatica
che sigilla i miei passi pellegrini
ma procedi verso il nero lucente SUV
per il quale hai ipotecato
l’infanzia dei tuoi figli
e sorridi, perché è sabato
e una ragazzina slava
affamata e triste di percosse
soddisferà le tue voglie.
[Ho rubacchiato da un blog fatto di pura poesia, dopo averne chiesto il permesso, questi bei versi che credo, smentitemi se non è così, si adattino bene a questo spazio. Un grazie di cuore a Gabriella!]
1 comment:
davvero molto bella, nel sito da cui l'hai presa ho visto una foto dell'eremo di camaldoli... ah!; quanti ricordi.
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