SAPORI
Accesi i fornelli e presentii che stavolta sarebbe stato diverso.
Eppure lo avevo già cucinato. Ricco di ingredienti, ma semplice:filetto dimaiale impanato con salsa di soia e sesamo. Facile, no? Ma qualcosa m’impacciava, come un maglione troppo stretto
o dei guanti di lana in piena estate. Buttai il filetto sulla padella e nemmeno riuscii a rigirarlo che il citofono gracchiò. Nonostante il sudore, gelai. Era già arrivata. Aprii la porta e lei era lì, raggiante come la protagonista di un anime manga.
Prego accomodati, ben arrivata!
Mi baciò sulle labbra all’istante, come lo avesse sempre fatto.
Mi prese permano emi trascinò sul divano, come fosse a casa sua.
Grazie per l’invito, ed estrasse dalla borsetta un pacchetto
piccolo e colorato. Lo scartai incredulo. Che festa è?, pensai. All’interno trovai un CD, masterizzato. Sono tutte le canzoni che hanno fatto da sottofondo alle serate in giro con gli amici durante le quali, attese quasi imbarazzata, iniziammo a conoscerci. La guardai, leggermente stupito.
Non è che me lo sono annotate mentre parlavamo. Alcune mi hanno colpito e mi sono accorta che quando le riascoltavo pensavo a te.
Silenzio.
Dài mettilo!
Silenzio.
Accogliemmo la prima traccia guardandoci fissi.
I tuoi occhi, innocenti… cantava Silvestri.
Questa cominciasti a canticchiarla mentre parlavi di un progetto importantissimo. Stavamo lì ad ascoltarti e, dal nulla, a mezza frase, iniziasti a cantare.
Alla parola sottofondo sentii l’odore di bruciato. Ecco che festa era: la Sagra del maiale carbonizzato.
colonna sonora:
Daniele Silvestri, Occhi da orientale
Michael Bublé, I wanna go home
1 comment:
complimentoni....
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